Questo articolo è dedicato a un albero originario dei boschi nord americani, ormai naturalizzato in Italia, che tinge le nostre primavere con la sua candita e utile fioritura, stiamo parlando della robinia pseudoacacia.
Questo albero che fa parte della famiglia fabacee ha la particolarità di essere molto resistente al nostro clima, terreno e all’inquinamento cittadino.
Estremamente diffuso ormai in tutta l’Italia questo albero oltre al suo valore estetico ha anche altre molteplici qualità.
Infatti la robinia è molto utilizzata nella produzione di miele monofloreale, il famosissimo ed apprezzato miele d’acacia, molto chiaro ed aromatico. Oltre all’utilizzo nei parchi e viali questa pianta è divenuta un’importante fonte di legno sia da costruzione che da combustibile data l’elevata resistenza e tenacia del suo legno pregiato, la sua coltivazione e taglio limita la deforestazione nelle foreste tropicali.
Oltretutto la robinia dona anche i suoi fiori che sono commestibili, molto utilizzati in nord Italia, fritti in pastella dolce dal sapore molto floreale. Tutte le altre parti della pianta, foglie, frutti, semi e anche il gambo floreale sono tossiche.
Albero ornamentale e stabilizzante per terreni franosi la robinia è alta fino a 25 metri, può essere utilizzata come esemplare isolato, come siepe protettiva coprente o frangivento anche nei giardini con un manto erboso verde data la leggerezza della chioma che difficilmente impedisce del tutto il filtrare dei raggi solari.
Si presenta come un albero o grosso cespuglio, a seconda della cultivar, alcune più minute e compatte ed è composto da uno o vari tronchi, slanciati e diritti ricoperti da una corteccia screpolata e marrone nei vecchi esemplari, rossiccia e liscia nei giovani rami spinosi.
Il fogliame è armonioso, caducifoglie dal colore verde chiaro lucido formato da un gambo lungo anche più di 30 centimetri, che porta piccole foglioline opposte con una situata alla punta.
Le foglie della robinia molto spesso si richiudono una contro l’altra con l’arrivo della notte. La fioritura e il fogliame della robinia compaiono in primavera, verso il mese di maggio, in grappoli floreali pendenti e commestibili, dalla forma simile a quelli del glicine o della ginestra.
Nella varietà comune la fioritura è di colore bianco, molto abbondante profumata e duratura ma vi sono anche altre varietà a fiore lilla (robinia casque rouge).
Questi fiori si trasformeranno in baccelli schiacciati che a maturazione rilasceranno piccoli semi. Le radici di questo albero oltretutto fertilizzano il terreno arricchendolo di azoto comportandosi come specie pioniera su terreni spogli.
Questo albero o arbusto ama il terreno calcareo e roccioso tipico delle colline o rupi ma si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno che sia leggermente acido, secco o lievemente umido evitando però terreni eccessivamente argillosi.
Per quanto riguarda l’esposizione, la robinia cresce al meglio in pieno sole ma resiste bene anche alla mezz’ombra. Il periodo migliore per mettere a dimora questo albero è l’autunno cosi che avrà il tempo per attecchire e affrontare la siccità estiva autonomamente.
Data la natura poco esigente della robinia o acacia che si adatta a terreni molto poveri e spogli non sono necessarie concimazioni avendo anche una crescita molto veloce.
Anche l’irrigazione non è necessaria ma si consiglia una buona irrigazione nella prima estate dopo la messa a dimora della robinia.
La robinia o acacia è un albero che non necessita di alcuna potatura della chioma che è armoniosa e poco folta già naturalmente anche se con il tempo (20/60 anni) l’esemplare unico tende a dissecare rapidamente, processo che viene eliminato con il taglio raso terra del tronco che favorisce la rigenerazione di nuovi poloni estremamente vigorosi e dalla velocissima crescita sia dalla ciocca che dalle radici.
Se si possiede un esemplare di robinia vecchio o poco vitale la soluzione migliore è quella di tagliare rasoterra l’intero albero, in inverno, per avere nuovi poloni in primavera ed allungare cosi di molto la vita della pianta.
Questo albero si adatta anche alla coltivazione in vaso come bonsai.
La riproduzione avviene per seme raccogliendo i semi in estate e seminandoli immediatamente in un vasetto con torba mista a sabbia o direttamente a dimora a una profondità di 3/5 centimetri o prelevando i numerosi esemplari che la pianta madre produce dalle radici nei suoi dintorni.
Raramente questa pianta è messa in pericolo da attacchi parassitari o fungini che la maggior parte delle volte scompaiono autonomamente.
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