Questo articolo è dedicato ad un arbusto o alberello di origine tropicale che può rivelarsi una vera e propria nota positiva nei giardini e frutteti italiani, capace di ricoprire diversi ruoli negli ambienti esterni che vanno dalla pianta da siepe a quella da frutto e dai molteplici usi alimentari, stiamo parlando della feijoa o acca sellowiana.
Appartenente alla famiglia delle mirtacee, la stessa del mirto, si presenta come un alberello o grosso cespuglio alto tra il metro e 7 metri, originario del sud America tropicale dove però predilige terreni montani e freschi.
Questa pianta dal fascino tropicale si presenta con chioma tondeggiante, formata da un fogliame fitto e sempreverde dal colore verde scuro intenso, nella parte superiore delle foglie, e argentato, nella parte sottostante, sostenuto da uno o più tronchi dritti e brevi ricoperto da una corteccia molto screpolata facile da staccare a scaglie.
I fiori dai petali color bianco sotto e rossi sopra crescono intorno a stami rossicci molto vistosi e compaiono generalmente a primavera inoltrata.
I fiori per generare una buona fruttificazione spesso hanno bisogno di un’impollinazione incrociata con piante di un’altra cultivar quindi è consigliabile piantare almeno 2 piante diverse.
I frutti sono piccoli, ovali e verdi di dimensioni variabili a seconda della cultivar che, a maturazione cadono spontaneamente dalla pianta, provvisti di molti semi al loro interno e di una buccia verde molto spessa.
I frutti della feijoa devono essere raccolti solo a piena maturazione, quando cadono spontaneamente o si staccano molto facilmente dalla pianta. Questi piccoli frutti hanno pochissima polpa al loro interno dal sapore che ricorda le fragole e l’ananas.
Oltre ai suoi frutti questo piccolo tesoro tropicale e molto adattabile ai nostri climi, regala anche le sue foglie che essiccate si usano per fare infusi e i suoi carnosi e dolci petali commestibili che possono essere consumati appena colti in insalate.
La messa a dimora di un cespuglio di feijoa che, nonostante la sua natura tropicale resiste anche a temperature inferiori a -10 gradi, si effettua in autunno o primavera scegliendo una posizione soleggiata, ma non eccessivamente, al riparo dalle correnti fredde invernali. Questo alberello molto rustico si adatta bene anche a terreni sassosi favorendo però terreni profondi e lievemente fertili, evitando assolutamente ristagni o troppa umidità che decretano il marciume dell’apparato radicale e quindi la morte della pianta.
Le irrigazioni vanno effettuate soprattutto nei primi anni dopo la messa a dimora poiché gli esemplari già attecchiti nella maggior parte dei casi sopravvive tranquillamente anche alle estati più siccitose con modesti apporti idrici.
Se posta in vaso nella bella stagione si deve irrigare abbondantemente riducendo molto con l’avanzare della brutta stagione.
Una concimazione autunnale organica con concimi granulari a lenta cessione per alberi da frutto aiuta la fioritura e la successiva fruttificazione della feijoa.
Gli interventi di potatura per la feijoa si limitano solo al donargli la forma desiderata dato che la pianta ha una crescita abbastanza lenta.
La riproduzione avviene tramite talea in primavera, margotta, o tramite semina anche se con questo metodo non si ha la certezza della conservazione delle caratteristiche della cultivar. L’innesto a spacco in primavera inoltrata può essere effettuato su esemplari nati da seme.
Le malattie che colpiscono questo albero sono quasi esclusivamente date dalla troppa umidità del terreno e atmosferica che favorisce la comparsa di marciumi radicali e malattie fungine da combattere cercando di drenare maggiormente il terreno e con trattamenti con prodotti specifici come il verderame, vigilando bene sull’eventuale comparsa di parassiti come la cocciniglia o afidi.
Leggi anche l’articolo sul calamondino.