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Vite: come coltivare questa famosissima pianta e produrre del buon vino con i suoi frutti

In questo articolo cercheremo di riassumere in modo breve le caratteristiche di una delle piante che insieme all’ulivo hanno gettato le basi della nostra civiltà, stiamo parlando della vite.

La vite o vitis vinifera è un arbusto rampicante originario del Medio Oriente che si è diffusa rapidamente in tutte le zone del mondo dove è possibile coltivarla.

Questo arbusto rampicante si presenta, sotto coltivazione, come un piccolo alberello non più alto di 2/3 metri con un unico tronco dal quale partono numerosi rami secondari detti tralci.

Allo stato spontaneo si presenta come un rampicante strisciante o no ed è molto rado che cresca molti metri. La sua forma dipende dal metodo di coltivazione a cui è sottoposta e, il suo tronco e le parti più vecchie della pianta sono ricoperte da una corteccia bruna marrone che si sfilaccia al tatto, i giovani tralci lignificati assumono un colore giallognolo.

Possiede una chioma caducifoglie composta da foglie dalla forma a cuore con 5 punte principali. La fioritura avviene tra maggio/giugno, poco dopo la ripresa vegetativa che inizia verso marzo, emettendo generalmente 2 pannocchie floreali su ogni giovane tralcio sviluppato nel corso della primavera, fiori dall’aspetto poco vistoso con la sola fuoriuscita di stami ma dall’odore intenso di mosto.
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La pianta genera anche i cirri o viticci con i quali si ancora saldamente a qualsiasi supporto. Questi fiori si trasformeranno poi nel corso dell’estate nella famosa bacca o acino conosciuta con il nome di uva che a seconda della cultivar varia di dimensioni, forma, colore ed utilizzi. I vitigni si differenziano sostanzialmente in 2 macro categorie che sono da vino e da tavola:

Vitigni da vino:

-alcuni vitigni da vino rosso sono:

  • motepulciano, vitigno tipico delle colline del centro-Italia;
  • sangiovese, vitigno rustico che preferisce terreni collinari poveri e asciutti;
  • cabernet sauvignon, vitigno molto diffuso produttivo e longevo;
  • merlot, vitigno adatto a terreni collinari freschi moto aromatico.

-alcuni vitigni da vino bianco sono:

  • malvasia, vitigno molto diffuso e rustico;
  • trebbiano, vitigno che predilige terreni collinari poveri di media produzione;
  • chardonnay, vitigno francese che ama climi collinari caldi di buona produzione.

Vitigni da tavola:

  • uva fragola, resistente alle malattie tipiche che colpiscono le viti, con acini rossi di modeste dimensioni molto dolce;
  • uva Italia, con acini grandi dal colore oro molto vigoroso;
  • uva moscato, con diverse varietà bianche e rosse con acino grande molto dolce e aromatico;
  • uva regina, pianta vigorosa con acino grande bianco dal sapore molto dolce.
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Per la coltivazione della vite che ama terreni collinari con varie caratteristiche a seconda del vitigno scelto si deve sempre fare attenzione a non posizionarla dove si formino ristagni idrici persistenti, con un’esposizione in pieno sole. Teme gelate tardive che possono azzerare la produzione di frutta.
Per quanto riguarda le irrigazioni nella maggior parte dei casi non sono necessari ma, in climi molto aridi è consigliabile effettuare un’irrigazione di supporto dalla sfioritura stoppandola alcune settimane prima della raccolta per evitare che gli acini si spacchino.

La potatura è essenziale e va effettuata ogni anno prima della ripresa vegetativa, febbraio/marzo.

Tutti gli altri tralci vanno tagliati a occhio ossia praticando il taglio appena sopra la seconda gemma, che nella maggior parte dei casi seccherà, lasciando sviluppare la prima gemma che produrrà un vigoroso e produttivo tralcio.

Una volta scelta la forma desiderata come a spalliera, pergola (indicata per l’uva da tavola), ad alberello e molti altri, si procede con una potatura molto drastica che prevede l’eliminazione di tutti i tralci prodotti durante l’estate lasciandone da 1 a 4 ben vigorosi che andranno ad essere spuntati ad una lunghezza non superiore al metro.

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Fondamentale è non tagliare mai i tralci alla base cosa che porterà alla morte della pianta ma lasciare sempre una gemma.
Un altro elemento fondamentale sono i tutori alla quale si andrà ad aggrappare la pianta naturalmente o dove verranno legati i tralci lasciati dopo la potatura.   

Le concimazioni devono essere praticate all’inizio della primavera con una manciata di concime granulare specifico per viti o alberi da frutto. Se non si notano segni di sofferenza della pianta nella crescita e fruttificazione si possono anche evitare le concimazioni annue.

La riproduzione della vite vinifera avviene principalmente per innesto su viti americane che possiedono un apparato radicale molto resistente a malattie fungine e parassiti ma si può anche riprodurre tramite talea in inverno o con la clonazione facendo radicare i tralci interrandoli. Da seme si otterranno esemplari inselvatichiti da innestare.

Un altro elemento essenziale per la coltivazione della vite, soprattutto con molti esemplari, è la lotta contro parassiti e soprattutto patologie fungine come peronospora e oidio che distruggono facilmente il raccolto e l’intero vigneto se non controllate con molteplici trattamenti primaverili, da stoppare a metà estate, a base di prodotti rame e zolfo come la poltiglia bordolese. In commercio vi sono numerosi prodotti adatti a questo scopo.  

Leggi anche l’articolo su l’ulivo

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