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Pistacchio: come coltivare questo albero e gustarne i suoi deliziosi frutti​

In questo articolo vi parleremo di un albero che, insieme al mandorlo, al noce, al nocciolo, al castagno e al pino domestico costituisce una delle colonne portanti degli alberi da frutto secco in Italia, Europa e nel mondo e stiamo parlando del pistacchio.

Data la sua crescita molto lenta è adatto alla coltivazione in piccoli giardini dove non vi è la possibilità di coltivare altri alberi cosa che lo penalizza data la sua lenta messa a fruttificazione che avviene intorno ai 10/15 anni.

Appartenente alla famiglia delle anacardiaceae, il pistacchio, nome comune della pistacia vera, è un piccolo albero alto tra i 5 o 10 metri originario del Medio Oriente e dell’Asia ma diffuso e coltivato dall’uomo ovunque possibile nell’antichità.

Questo albero molto longevo, vive anche 300 anni, ha un tronco breve e contorto, molto simile a quello dell’ulivo, ricoperto da una corteccia liscia, nei giovani esemplari e screpolata nei vecchi esemplari.  Il colore è un marrone rossastro nei giovani rami mentre marrone chiaro nei vecchi rami.

Ha una chioma tondeggiante-pseudo piramidale formata da un fogliame, caducifoglie, coriaceo e piuttosto fitto che, se stropicciato emana un forte aroma caratteristico.

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È un albero dioico cioè che porta fiori femminili e fiori maschili su esemplari differenti. I fiori fanno la loro comparsa nel mese di aprile sotto forma di pannocchie floreali dalla forma piramidale e dal colore rossiccio con piccolissimi fiori non vistosi.

I frutti maturano tra settembre ed ottobre e la fruttificazione avviene ogni 2 anni in maniera abbondante quindi se un anno si ha una buona produzione il prossimo anno si avrà sicuramente una scarsa produzione.

Il frutto raccolto come le olive grazie a teli posti sotto l’albero o a mano va pulito dallo strato di polpa che lo avvolge e messo ad essiccare, per poi consumarlo come più si preferisce: tostato e salato o in versione dolce come creme e gelati.

La messa a dimora di un albero di pistacchio, che cresce al meglio nelle zone dove l’ulivo prospera, va effettuata in autunno preferendo una posizione soleggiata e riparata anche se riesce a sopportare temperature molto rigide nella fase dormiente che però penalizzano molto la fruttificazione.

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Questo rustico alberello grazie al suo apparato radicale molto profondo riesce a prosperare in qualsiasi tipo di terreno siccitoso, roccioso o sciolto evitando però terreni palustri. Se si vive in zone fresche o con inverni e primavere rigide è possibile coltivare il pistacchio anche in grandi vasi, come il limone, da porre al riparo nella brutta stagione poiché se questo albero subisce temperature troppo rigide non darà frutti.

Le irrigazioni vanno effettuate soprattutto nei primi anni dopo la messa a dimora poiché gli esemplari già attecchiti nella maggior parte dei casi sopravvive tranquillamente anche alle estati più siccitose ma, modesti apporti idrici in estate aiutano la fruttificazione.

Una buona concimazione annua con del concime granulare a lenta cessione per alberi da frutto è consigliabile da effettuarsi in autunno-inverno per aiutare la crescita a la fruttificazione.

Il pistacchio è una pianta che va potata molto poco, data la sua lentissima crescita, in ottobre, con una potatura mirata ad eliminare i poloni e succhioni prodotti durante la fase vegetativa che crescono sul tronco per favorire lo sviluppo della chioma.

È possibile anche sfoltire la chioma eliminando alcuni rametti interni ma sempre con parsimonia.

La riproduzione avviene principalmente tramite innesto su varietà selvatiche con apparato radicale rustico come lentisco o terbinto molto diffuse allo stato spontaneo nelle macchie e boschi mediterranei, poiché la semina darà alla luce esemplari comunque inselvatichiti da innestare con varietà domestiche. Anche la margotta e la talea potrebbero dare buoni risultati.

Le malattie che colpiscono questo albero sono molto rare anche se la troppa umidità potrebbe favorire la comparsa di marciumi radicali o muffe da combattere cercando di drenare maggiormente il terreno e porre l’albero in zone secche e soleggiate.

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