Le piante di glicine o wisteria trovano le proprie origini in Asia e fanno parte della famiglia delle fabacee o leguminose la stessa del fagiolo, dell’albero di Giuda o della ginestra.
In questo articolo vi parleremo delle principali cultivar che si differenziano tra di loro per il colore e la forma del fiore ma non nel metodo di coltivazione.
Questa pianta resiste bene al rigido clima invernale della nostra penisola diventando un’essenza molto importante per i giardini, balconi e soprattutto pergolati italiani.
Si presenta come una pianta rampicante con una crescita veloce che possiede generalmente uno o più fusti principali dal quale partono numerosi rami secondari i quali, ogni anno generano tralci erbacei che crescono e lignificano per tutta la bella stagione avvolgendosi a qualsiasi appiglio che li circonda.
Possiede un fogliame dal colore verde intenso dalla forma imparipennata cioè, formato da un lungo picciolo che porta nove o più foglie che ingialliscono e cadono in autunno.
I fiori, molto profumati e gettonati dagli impollinatori, compaiono dall’inizio della primavera e sbocciano generalmente nel mese di aprile prima dell’emissione delle foglie in una copiosissima fioritura a pannocchia composta da piccoli fiori dalla forma simile a quelli della ginestra o dell’albero di Giuda che prosegue meno intensamente per tutta la bella stagione. I fiori hanno una varia gamma di colori che vanno dal bianco, rosa o viola di varie intensità che formano poi un grosso baccello dalla forma schiacciata che a maturità si apre rilasciando da uno a 4 semi marroni e dalla forma a disco volante.
Le principali cultivar diffuse sono:
- il glicine giapponese o floribunda con fioritura precoce (marzo), e quindi a rischio gelate tardive che non arrecheranno danni gravi ma dimezzeranno la prima fioritura primaverile poiché questa e tutte le specie di glicine sopportano anche -20 gradi senza problemi;
- il glicine brachybotrys pianta meno grande rispetto alle altre cultivar e possiede fiori più grandi e compatti;
- il glicine sinensis cultivar rustica che arriva anche a grandezze importanti con fiori dal viola al bianco.
Il glicine ama posizioni soleggiate. Nonostante la sua resistenza al freddo nelle zone con la presenza di gelate tardive, preferisce un’esposizione a sud protetta da correnti fredde che però nuocerebbero solo alla fioritura primaverile e non alla vita della pianta.
Il terreno ideale per questa pianta è fertile e profondo ma si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno a patto che sia ben irrigato in estate e fertilizzato almeno nei primi anni di vita per consentirgli di attecchire saldamente. Una volta avvenuto l’attecchimento non corre molti rischi.
Questa pianta è la regina delle ornamentali dato che si adatta a moltissimi tipi di coltivazione come per ricoprire muri, pali, recinzioni, pergolati o addirittura altri alberi ma anche come cespuglio o alberello con le dovute potature. È ottima anche come bonsai sia da esterno che interno data la sua volubilità che gli permette di assumere forme del tronco spettacolari.
La concimazione e l’irrigazione non sono necessarie su esemplari già consolidati ma certamente aiutano i piccoli esemplari e quelli posti su terreni calcarei e rocciosi.
La potatura di questa pianta è essenziale e si esegue a fine inverno prima della ripresa vegetativa e consiste in una potatura drastica dove si accorciano i tralci lasciando 4 o 5 gemme.
Ne segue una potatura verde durante l’estate per accorciare i tralci in accrescimento ed i poloni basali che si sviluppano ogni anno. Questo tipo di potatura porta ad una pianta più compatta.
La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi: per seme o per propaggine.
Il metodo migliore è quello per seme, che avviene non appena i semi maturano, che sia in piena estate o autunno, seminandoli in vasetti con torba o direttamente a dimora avendo cura di segnare il posto dove si è seminato soprattutto se in autunno poiché la germinazione avverrà in primavera, oppure conservando i semi per tutta la stagione fredda e seminarli in primavera. Per propaggine si procede sotterrando le punte dei numerosi poloni basali con del terriccio e staccarli in autunno o primavera a radicazione completa e porli in una nuova dimora.
Il glicine non teme particolari attacchi fungini o parassitari ma può essere aggredito comunque da afidi, da eliminare con bagnature di acqua e sapone per piatti nei giovani esemplari poiché gli esemplari già consolidati non ne risentono.
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