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Viburno Tinus: come coltivare la pianta da siepe per eccellenza​

Questo articolo è dedicato ad una pianta originaria dei nostri sottoboschi che possiede un fascino esotico capace di colorare in modo differente ogni stagione, cioè il viburno tinus.

Questa pianta che fa parte della famiglia caprifoliacee, come tutte le altre specie di viburno, ha la particolarità di essere estremamente resistente al nostro clima e terreno.

Pianta da siepe per eccellenza alta fino a 5/6 metri, può essere utilizzata anche come esemplare isolato o come piccolo alberello anche nei giardini più ombrosi.

Si presenta come un folto cespuglio composto da vari tronchi, ricoperti da una sottile corteccia ruvida e marroncina, che portano un fogliame coriaceo, sempreverde dal colore verde scuro con germogli verdi chiaro in primavera.

La fioritura, ombrelliforme, estremamente abbondante compare in autunno con piccole cime di boccioli rosei che si schiuderanno completamente a fine dell’inverno producendo una moltitudine di piccoli fiori bianchi lievemente profumati molto gettonati dagli insetti impollinatori.

Questi fiori andranno a formare piccole bacche dapprima rossastre, nel periodo estivo che, a maturazione assumeranno un colore blu metallizzato che persisteranno sulla pianta per tutto l’inverno fino alla nuova fioritura.

Questo arbusto o piccolo alberello ama il terreno calcareo tipico delle colline del centro Italia ma si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno che sia roccioso, secco o umido evitando però terreni paludosi.

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Per quanto riguarda l’esposizione, il viburno, cresce al meglio in pieno sole mezz’ombra ma resiste anche in piena ombra dove assumerà però un aspetto meno folto con scarsa fioritura.
Il periodo migliore per mettere a dimora il viburno è l’autunno cosi che avrà il tempo per attecchire e affrontare la siccità estiva autonomamente.

Data la natura poco esigente del viburno tinus che si adatta anche a terreni poveri non sono necessarie concimazioni anche se una concimazione autunnale con concime granulare universale velocizzerà la crescita.

Anche l’irrigazione non è necessaria ma, si consiglia una buona irrigazione nella prima estate dopo la messa a dimora.

Questa pianta ha una grande resistenza alla potatura che può essere effettuata tutto l’anno per donargli la forma desiderata.

La potatura di rinnovo che consiste nell’eliminare tutta la parte aerea raso terra e utile per ringiovanire e fortificare la pianta si può effettuare dopo 5 o 6 anni in pieno inverno.
La potatura di rinnovo è consigliata per tutti quei cespugli da siepe e non che hanno una buona capacità plonifera come l’alloro, il nocciolo o il lillà.

La riproduzione avviene per seme raccogliendo le bacche in fine inverno e seminandole immediatamente in un vasetto con torba mista a sabbia o direttamente a dimora a una profondità di 3/5 centimetri o per divisione della ceppaia in autunno.

Raramente questa pianta è messa in pericolo da attacchi parassitari o fungini che la maggior parte delle volte scompaiono autonomamente ma se si nota un grande attacco fungino alla parte aerea è bene eliminarla completamente e distruggerla.

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