L’Italia vanta il secondo posto nella produzione mondiale di questo piccolo frutto secco da magiare fresco o tostato dal quale si ricavano numerose delizie dolciarie, come creme e gelati, stiamo parlando del nocciolo.

Il nocciolo o corylus avellana è originario dell’Europa e dell’Asia occidentale e appartiene alla famiglia delle betulacee.
Si presenta come un grande cespuglio alto fino a 8 metri formato da numerosi piccoli tronchi ricoperti da una corteccia liscia e dal colore grigio argentato, è un albero caducifoglie con una fitta chioma formato da larghe foglie dal verde intenso e con margine seghettato.
I suoi fiori si distinguono in fiori maschili e femminili presenti sullo stesso esemplare.
I fiori maschili compaiono in autunno e sono infiorescenze a grappolo dalla forma simile a delle cordicelle dal colore verde giallognolo che a inizio primavera raggiungono la maturità aprendosi e rilasciando nuvole di polline che andranno a fecondare i piccolo fiori femminili simili a gemme con la punta di un colore rosso violaceo.
Per favorire l’impollinazione è bene piantare esemplari di diverse cultivar nella stessa piantagione.
I frutti compaiono a grappoli attaccati ad un cono di foglie che giungono a maturità alla fine dell’estate e si seccano.

Il guscio si indurisce e cadono spontaneamente al suolo donandoci un piccolo frutto secco dal gusto dolce e aromatico che renderà questo cespuglio un importante aggiunta al vostro frutteto domestico.
Per la coltivazione di un cespuglio di nocciole è bene scegliere un terreno calcareo, fresco, ricco e profondo, in una zona non troppo soleggiata dove può crescere al meglio.
Questo cespuglio si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno fungendo da pioniera per colonizzare i terreni più impervi, scoscesi, poveri, sassosi e spogli.
Un nocciolo su un terreno adatto può essere messo a dimora dall’autunno alla primavera.
Anche se il nocciolo è estremamente resistente al clima della nostra penisola per crescere al meglio necessita di una discreta quantità d’acqua soprattutto se posto su terreni eccessivamente aridi ove necessita di un apporto idrico esterno almeno per il primo anno dopo la messa a dimora che deve avvenire a inizio autunno, su questa tipologia di terreni.

La potatura del nocciolo non è essenziale infatti, questo cespuglio dalla grande capacità di rinnovo, provvede autonomamente al ricambio dei rami anche se è consigliabile uno sfoltimento annuo dei giovani getti e un rinnovo completo della parte aerea dopo alcuni anni, eliminando tutti i tronchi vecchi e lasciando i giovani getti che cresceranno molto rapidamente.
Il metodo riproduttivo più facile e consigliato è quello per divisione della ceppaia prelevando i giovani poloni basali provvisti di radici, prodotti ogni anno in grandi quantità dalla pianta madre, semplicemente estirpandoli tirando con le mani o con un piccone e procedere alla messa a dimora di una nuova giovane piantina di nocciolo.

Anche la semina ha un discreto successo ma ci vuole molto più tempo e potrebbe dare vita ad un esemplare selvatico che si può innestare.
L’innesto è fortemente sconsigliato per il nocciolo data la sua natura pollonifera.
Numerose sono le patologie fungine o parassitarie che possono attaccare questo alberello da frutto, come il mal bianco o le cimici ma, data la sua elevata rusticità raramente ne è debilitato.

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