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Goji: come coltivarlo e ottenere le sue bacche piene di proprietà

In questo periodo una serie di piante dalle molteplici qualità benefiche stanno iniziando a far parte sempre più della nostra cultura. Oltre al caso dell’aloe vera o del lycium barbarum oggi vogliamo parlarvi del goji.

Il goji è un arbusto da frutto appartenete alla famiglia delle solanaceae, la stessa del pomodoro, della melanzana o del peperone.

Il goji è originario dell’Asia occidentale, nelle zone montane del tibet, della Mongolia e della Cina dove, veniva utilizzato anche in passato dalla popolazione locale per le sue grandi qualità.

Il frutto del lycium barbarum è la famosa bacca di goji la quale contiene una grande gamma di elementi benefici che ormai scarseggiano nella nostra alimentazione quotidiana come le vitamine A C e B, antiossidanti, potassio, sodio, proteine, grassi, carboidrati e molti altri. Data la presenza di molti carboidrati e della moltitudine di elementi è bene non abusarne e consumarne al massimo 2 o 3 cucchiaini al giorno, meno per i più piccoli.

La pianta è un arbusto perenne che può superare i 2 metri d’altezza con rami lunghi e ricadenti fino a strisciare su terreno, ricoperti da una corteccia rugosa e dal colore marrone molto chiaro. Ha foglie piccole e quasi ovali di colore verde chiaro. Fiorisce in estate producendo dei piccoli fiori dalle diverse sfumature di viola che alla fine della bella stagione si trasformeranno in piccole bacche rosse, dal gusto amaro e lievemente dolce, soprannominate le bacche dell’eterna giovinezza.

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Per la messa a dimora di una pianta di goji, e farla crescere al meglio, è bene scegliere un terreno ricco di sostanze nutritive ed arieggiato. Data la sua provenienza non teme affatto temperature anche molto rigide e si adatta bene a terreni di varia natura possedendo anche una forte resistenza alla siccità.

Il goji si coltiva bene anche in vaso donandovi una splendida e utile pianta per decorare i vostri terrazzi e balconi.

Nel primo anno della messa a dimora è bene procedere con una buona irrigazione di sostegno nei periodi siccitosi, in seguito la pianta diventa abbastanza resistente da non richiedere numerosi apporti idrici.

Una buona concimazione autunnale con concimi granulari, a lenta cessione, per alberi da frutto o per ortaggi facilita la crescita già molto vigorosa della pianta.

Durante la bella stagione, vista la velocità di crescita del goji, si consiglia un intervento di potatura da effettuare durante la fase di riposo. Questo intervento è essenziale per evitare che si trasformi in una vera e propria selva.

La fruttificazione è facilitata dalla vicinanza di due piante di diversa origine e non clonate.

La riproduzione del goji è molto semplice e il metodo migliore è lasciare lavorare la natura e prelevare le piantine che si formeranno spontaneamente intorno alla pianta madre data la facilissima radicazione dei rami che toccano il terreno.

Se si vogliono piante dai diversi geni per favorire l’impollinazione si può procedere con la semina, in primavera, dei semi che possono essere acquistati o prelevati dai frutti essiccati.

Un altro metodo è quello per talea legnosa in autunno.

Il lycium barbarum o goji è una pianta notevolmente rustica e raramente subisce gravi danni da parte di malattie fungine o parassiti. Malattie tipiche delle solanacee che possono attaccare la nostra pianta di goji, come il mal bianco, sono da controllare con verderame o poltiglia bordolese.

Leggi anche l’articolo sul Mirtillo.

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