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Albicocco: come coltivare e far fruttificare questo albero

Albero da frutto per eccellenza, l’albicocco possiede caratteristiche tali che lo rendono molto adatto per essere coltivato nei nostri giardini o frutteti di tutta la penisola e non solo.

Appartenente alla famiglia delle rosacee, la stessa del ciliegio, del nespolo o del pero, l’albicocco trova la sua origine in Cina per poi diffondersi poi in tutti i climi temperati.  

Si presenta come un piccolo albero che di rado supera i 5 metri d’altezza, se coltivato, con un portamento espanso della chioma. Ha foglie di un colore verde intenso in estate che ingialliscono e cadono in autunno. La fioritura, dallo spettacolare colore roseo, è molto precoce fatto che lo fa spiccare maggiormente dal punto di vista ornamentale ma che lo penalizza dal lato delle gelate primaverili tardive che rischiano di distruggere la futura fruttificazione.

Nonostante ciò possedere un albicocco vi dà la quasi totale certezza di raccoglierne numerosi e deliziosi frutti ogni anno. Il frutto matura da maggio a luglio, a seconda della cultivar o del clima, assumendo un colore giallo aranciato con sfumature rosse.

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L’albicocca non è un frutto di lunga conservazione perciò viene impiegata nella realizzazione di numerosissime ricette o preparazioni. Infatti questi frutti si possono conservare trasformandoli in confetture, sciroppate, essiccate o trasformate in gelatina molto utilizzata in pasticceria. Il retrogusto acidulo dell’albicocca la rende utile anche nella preparazione di salse per accompagnare piatti salati.

Per la messa a dimora di un albicocco, che ama esposizioni assolate e terreni calcarei, è bene scegliere una posizione riparata per scongiurare gelate primaverili, nonostante la forte resistenza al freddo intenso della pianta, e priva di ristagni idrici.  

Infatti il nostro albero se piantato in zone che favoriscono un accumulo di acqua tende a deperire rapidamente poiché la forte presenza di umidità favorisce marciumi e funghi.

Una buona potatura è essenziale per avere un’abbondante fruttificazione, si procede nei mesi di riposo vegetativo, esclusi i periodi di forte gelo, eliminando tutti i rami secchi, danneggiati o che presentano segni di malattie o attacchi parassitari, e si procede con un generale alleggerimento della chioma tagliando i succhioni generati durante la bella stagione e spuntando i rami produttivi che sono troppo vigorosi.

Pianta dalla notevole resistenza alla siccità richiede un apporto idrico solo in fase di attecchimento o se si verificano periodi di siccità nei mesi dell’accrescimento dei frutti.

La riproduzione dell’albicocco avviene generalmente tramite la pratica dell’innesto, la tipologia consigliata è l’innesto a spacco in primavera su selvatico, infatti anche se il seme dell’albicocca germoglia facilmente raramente genera alberi dalle caratteristiche domestiche.

Come detto sopra questo albero è molto suscettibile all’umidità che genera malattie fungine, come ad esempio l’oidio, monilinia o attacchi di funghi parassitari come armillaria mellea.

Da combattere evitando terreni o posizioni umide o con trattamento di verderame o poltiglia bordolese in autunno e fine inverno. I parassiti più comuni sono il rodilegno e la mosca della frutta.

Leggi anche l’articolo sul Pesco.

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