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Pesco: come coltivarlo e farlo fruttare

Il pesco o Prunus persica è un albero da frutto appartenete alla famiglia delle rosacee, la stessa del mirabolano, della prugna e del mandorlo.

Tipico albero da frutto diffuso in tutto il mondo data la sua elevata adattabilità ai climi più disparati che vanno da, climi subtropicali fino a resistere a temperature basse come -15°C.

Alquanto rustico ed adattabile, a diversi tipi di climi e terreni, il pesco è un piccolo albero che solitamente non supera i 6-7 metri d’altezza. Vi sono molte varietà di pesco con caratteristiche poco differenti tra loro per quanto riguarda le cure di cui necessitano ma, molto variegate per quanto riguarda la maturazione, forma, sapore e colore del frutto. Vi sono varietà nane che non raggiungono grandi altezze, facilmente coltivabili in vaso sul vostro balcone donandovi deliziosi frutti e spettacolari fioriture.

Per la messa a dimora di un pesco è bene scegliere un posto molto soleggiato e mediamente fertile dove non si hanno ristagni idrici, dannosi per questa pianta, o grandi picchi di freddo durante la fioritura poiché precoce (fine inverno o inizio primavera generalmente nei mesi di marzo-aprile) che potrebbero danneggiare i fiori. Si procede, nel periodo autunnale o primaverile, praticando una buca abbastanza ampia per accogliere la zolla delle radici ed evitare sempre di sotterrare il punto d’innesto.

Nei primi anni dalla messa a dimora è importante praticare una innaffiatura di sostegno nei mesi più torridi per favorire l’attecchimento della pianta. Facendo attenzione a non far formare ristagni idrici è bene aumentare le innaffiature solo nel periodo di accrescimento dei frutti e interromperle quando iniziano a maturare. Se il terreno risulta poco fertile procedere, in autunno, con la fertilizzazione utilizzando concime granulare a lenta cessione per alberi da frutto.

La potatura del pesco è essenziale e va effettuata nel periodo autunnale o invernale eliminando i rami centrali, i cosiddetti succhioni, per favorire la penetrazione della luce al centro della chioma. Eventualmente si pratica il diradamento dei frutticini (piccoli frutti), se troppo numerosi, per aumentare la pezzatura dei frutti e il sapore.

La riproduzione può avvenire tramite seme da cui però si hanno scarsi risultati, in quanto raramente mantengono le caratteristiche della pianta madre. E’ quindi preferibile l’innesto su selvatico. 

Gli antagonisti del pesco sono molto numerosi come ad esempio gli afidi in primavera, da combattere alla prima avvisaglia. Per eliminare questi fastidiosissimi insetti io utilizzo uno spruzzino con acqua e un po’ di sapone dei piatti, il quale non danneggerà in alcun modo la pianta, si procede nebulizzando  per bene la parte di pianta colpita quasi fino ad inzupparla. Noterete già il giorno dopo che gli insetti saranno morti. Per combattere le malattie fungine praticare delle pompature di verderame all’inizio della fase vegetativa, le più comuni sono la Bolla del pesco, la Moniliosi e il mal bianco.

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Fonte
Alberi: Conoscere e riconoscere tutte le specie più diffuse di alberi spontanei e ornamentali, di Banfi Enrico , A. Durante , M. Durante

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