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Orchidea: consigli e trucchi per far crescere questo splendido fiore

Quella che tutti noi comunemente chiamiamo orchidea è solo una delle tante specie che compongono questa famiglia di piante da fiori stupendi.

L’orchidea classica, come quella in foto, che siamo abituati a coltivare come pianta ornamentale si chiama in realtà phalaenopsis, specie appartenente alla famiglia delle orchidacee e originaria dell’Asia e Oceania tropicali. Oggigiorno in commercio vi sono una grande quantità di tonalità di colori della fioritura che vanno dal classico bianco al più raro blu. I fiori di questa straordinaria pianta sono molto duraturi e di grandezze anche ragguardevoli.

La phalaenopsis è una pianta epifite, cioè in natura cresce aggrappata su tronchi e rami dal quale però non trae nutrimento come le piante parassitarie, ad esempio il vischio, bensì vi trova solo un appiglio.

Quindi , come pianta epifite, il substrato ideale per una rigogliosa e salutare orchidea è composto da pezzi di corteccia di varie dimensioni miste a muschi, per mantenere l’umidità, e poco terreno composto da materiale vegetale ben decomposto. Le concimazioni, non sono essenziali, ma devono essere praticate con attenzione e con prodotti indicati, seguendo attentamente le istruzioni del prodotto utilizzato, data la fragilità delle radici.

Quando si procede con il rinvaso si deve fare attenzione a non danneggiare le delicatissime radici, eliminare tutto il vecchio substrato, scegliere un vaso più amplio del precedente, di plastica trasparente, per favorire la penetrazione della luce, e soprattutto provvisto di un buon drenaggio poiché i ristagni idrici fanno marcire rapidamente la pianta.

Un usanza molto comune ed errata è quella di porre il vaso trasparente in un altro contenitore non trasparente e senza buchi per il drenaggio,il quale sarà anche bello da vedere ma letale per la pianta.   

Il posto ideale per collocare un’orchidea è molto luminoso, come davanti a una finestra schermata con una tendina semitrasparente, poiché se esposta ai raggi solari diretti, le provocherebbero ustioni sulle foglie ed un generale schiarimento del naturale verde scuro. Mentre, se si nota che la pianta scurisce di molto il fogliame o un generale deperimento, significa che si ha un deficit di luce solare e quindi si deve trovare un altro posto dove porla.

Le innaffiature devono essere molto frequenti, diminuendo durante l’inverno, preferibilmente con un acqua povera di sali e quindi demineralizzata.

La potatura di un’orchidea consiste più in una pulizia generale della pianta in tutte le sue parti.

Per quanto riguarda il gambo che porta i fiori si può intervenire in due modi:

  • Il primo metodo consiste nel procedere con l’eliminazione completa del fusto floreale alla base, la quale favorirà l’emissione di un nuovo getto fiorito vigoroso ma ci vuole più tempo ed energia della pianta;
  • Il secondo metodo consiste nel praticare una recisione vicino al primo nodo, dopo il primo fiore, mantenendo il vecchio fusto dalla quale si otterrà una fioritura laterale dai nodi, più minuta e meno duratura ma con tempi minori e meno dispendio di energia da parte della pianta.

Si devono eliminare eventuali foglie e radici secche per evitare che marciscano.

È possibile che la pianta si riproduca naturalmente creando getti laterali o sui gambi floreali. Quando le piccole piantine hanno un proprio apparato radicale si possono staccare dalla pianta madre e porre in un nuovo vaso.

Non vi sono particolari rischi di attacchi parassitari o fungini dato l’ambiente protetto in cui abitualmente si coltiva, cioè in casa.

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Fonte
Alberi: Conoscere e riconoscere tutte le specie più diffuse di alberi spontanei e ornamentali, di Banfi Enrico , A. Durante , M. Durante

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